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Mitote e simposio

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PRESENTATION OUTLINE

MITOTE E SIMPOSIO

SIMPOSIO ARCAICO E RITI SCIAMANICI

IL RITO DEL SIMPOSIO
Il simposio ( συν πίνω, bere insieme ) é un rituale in onore del dio del vino Dioniso che vede riuniti esclusivamente uomini di ceto sociale alto

Il modo in cui il simposio procede è simile a quello di una cerimonia sacra, con una sequenza di azioni ben definite da compiere e una modalità di esecuzione unica e pre-determinata

Al simposio partecipano dalle 3 alle 9 persone. Esse sono disposti in cerchio, sdraiati su dei triclini, intorno al cratere contenente il vino e ad un piccolo altare. La cerimonia comincia con l'abluzione delle mani e un sorso di vino puro bevuto da una coppa fatta girare tra i commensali; poi viene distribuito del vino mescolato a dell'acqua e si compiono delle offerte agli dei mentre gli stessi simposiasti intonano un peana. Quindi si elegge un simposiarca e viene fatta girare una coppa di vino da sinistra verso destra. Seguono brindisi amichevoli e d'amore. Durante tutta la cerimonia sono offerte delle "secondo mense" per attenuare gli effetti del vino.

LE FINALITÀ DEL SIMPOSIO

  • Religiosa: é un rito propiziatorio nei confronti di Dioniso e di tutte le divinità ed è un modo per entrare in contatto con il mondo divino
  • Filosofico/ conoscitiva: i partecipanti confrontandosi tra di loro cercano di ottenere una comprensione migliore dei temi più disparati
  • Politica: essendo parte della classe dirigente dell'epoca il simposio diventa anche occasione per discutere del futuro della πόλις

VINO, MEDIUM PER IL MONDO DIVINO
Il vino, sostanza psicotropa ed alterante, all'interno del simposio era il mezzo che permetteva ai simposiasti di entrare in contatto con il mondo divino per cercare di ottenere saggezza e conoscenza. Conferma di ciò è anche il fatto che il vino sia consacrato a Dioniso, divinità il cui compito è anche quello di mettere in contatto uomini e dei.

Il mitote è una cerimonia sacra praticata dalle tribù del Sud-America nella quale un gruppo di sciamani e apprendisti, esclusivamente uomini, si riunisce, assume sostanze psicotrope ed entra in contatto con il mondo divino

La cerimonia è guidata da uno sciamano-guida che sovrintende i preparativi e le modalità d'esecuzione delle varie fasi del rito, il quale dura dal tramonto all'alba e si protrae per quattro giorni consecutivi.

La cerimonia avviene intorno ad un fuoco che viene lasciato bruciare dal tramonto all'alba. I partecipanti si siedono in cerchio intorno a questo fuoco su delle stuoie in ordine alternato sciamano-apprendista. Tra i vari partecipanti al rito sono posti dei cesti pieni di cibo secco; i cesti del peyote e dell'acqua sono posti invece accanto al fuoco. Prima di assumere i germogli i partecipanti cantano uno alla volta la propria canzone del peyote, un inno propiziatorio nei confronti della divinità.

Sia gli sciamani che gli apprendisti masticano dei germogli di peyote sia essiccati che freschi. Grazie a tale sostanza psicotropa essi riescono collettivamente ad entrare in contatto con mescalito, lo spirito del peyote, fonte di grande conoscenza, "potere" ed entità che insegna agli uomini a "vedere"

Il mitote è un'occasione di apprendimento collettiva, nella quale tutta la comunità della tribù ha l'opportunità di approfondire la propria conoscenza e di ampliare la propria visione del mondo. Inoltre, in base al rapporto che mescalito ha con ogni partecipante, il maestro-sciamano cambierà il proprio metodo d'insegnamento.

Tra i due riti,di origine sia geografica che cronologica molto distante possono essere individuate più di un'analogia che lascia trapelare un'ipotesi già concepita nel saggio antropologico sulle usanze e i riti nel mondo del Frazer. Difatti le varie fasi sia del mitote che del simposio sono parzialmente l'una lo specchio dell'altra; la disposizione dei partecipanti, l'utilizzo di sostanze psicotrope, la finalità conoscitiva, il tentativo di contatto con il mondo divino, la gerarchia temporanea che viene instaurata, i canti propiziatori antecedenti alla cerimonia e altri dettagli simili. Tali caratteristiche inducono a pensare che in ogni società umana si crei un desiderio di conoscenza che viene soddisfatto dalla connessione con un mondo divino superiore, fonte di risposte.

Questi fattori inducono ad elaborare l'ipotesi che alle medesime domande e perplessità, quasi connaturate al mondo umano, diverse società, molto differenti tra loro e mai entrate in contatto l'una con l'altra, hanno dato le stesse risposte. Queste stesse risposte inoltre sono state ricercate con i medesimi metodi, con sostanze che creano effetti parzialmente analoghi tra loro e con riti e tipologie di cerimonie che sono l'una lo specchio dell'altra.