Che Cos’è la dipendenza da cibo: come riconoscerla e come uscirne?
La dipendenza da cibo è un disturbo del comportamento alimentare piuttosto diffuso, che si manifesta con un bisogno di mangiare compulsivo, che può portare all’insorgere di gravi problemi di salute.
Si tratta di un’alterazione patologica del comportamento nei confronti del cibo, ma i sintomi, almeno all’inizio, sono difficili da riconoscere. È quindi fondamentale imparare ad identificarli per poter intervenire tempestivamente.
La dipendenza può essere definita come un’alterazione del comportamento, che trasforma un’abitudine in una ricerca irrefrenabile e continua di un’esperienza ritenuta gratificante, fino a sfociare in una condizione patologica.
la dipendenza da cibo ha a che fare con un’incontrollabile ricerca del piacere. Ci sono degli alimenti, infatti, che grazie alla loro composizione chimica sono in grado di dare una particolare gratificazione al nostro organismo, in particolare quelli molto ricchi di grassi e zuccheri, che stimolano la produzione di dopamina e serotonina, neurotrasmettitori coinvolti nel meccanismo del piacere. Come ogni dipendenza, anche quella da cibo è una dipendenza psicologica e fisica al contemplo.
Senza dubbio una cattiva educazione alimentare può essere responsabile dell’insorgere del problema: chi cresce in un ambiente in cui si consumano cibi poco sani e in cui non viene fornita un’adeguata informazione sulla qualità degli alimenti e sulla loro assunzione ha più probabilità di sviluppare un disturbo alimentare. Nella maggior parte dei casi l’ossessione per il cibo ha un’origine psicologica.
LE RAGIONI CHE POSSONO INDURRE A RICERCARE IL PIACERE ATTRAVERSO IL CIBO:
una vita stressante, l’insorgere di un dispiacere, di una delusione, una non accettazione recondito. il cibo può diventare un mezzo per gestire sentimenti ed emozioni: si tratta di una strategia disfunzionale, un modo per evitare di riconoscere o di affrontare in maniera sana e consapevole un problema. Abbuffarsi può essere un modo per non pensare ad un episodio spiacevole, per colmare un vuoto o per sfogare il proprio nervosismo.
Non sempre è facile ravvisare i fattori scatenanti di un simile disturbo, tantomeno accorgersi della sua esistenza, soprattutto in una fase iniziale. Per questo è importante fare attenzione ai sintomi.
Nei casi più gravi la dipendenza da cibo si manifesta con l’abitudine ad abbuffarsi di particolari alimenti. Questo disturbo viene chiamato BED, Binge Eating Disorder o Disturbo da alimentazione incontrollata. Chi soffre di questo disturbo ha una vera e propria ossessione per il cibo.
Esistono però anche delle forme più subdole di dipendenza dal cibo, caratterizzate da una lotta quotidiana tra l’appetito e i tentativi di controllare il proprio comportamento (che possono consistere, per esempio, nel saltare i pasti o nel fare molto esercizio fisico).
In certi casi i sintomi della dipendenza da cibo si presentano in maniera meno netta e tendono a confondersi con delle abitudini alimentari scorrette. In alcuni soggetti questo disturbo si manifesta con la continua ricerca e con un continuo consumo di cibo nell’arco della giornata: non grandi abbuffate quindi, ma moltissimi pasti (quindi moltissime calorie) nel corso delle 24 ore.
Ecco alcuni segnali che possono indicare un rapporto di dipendenza dal cibo:
Mangiare più velocemente del normale;
senza avere fame o anche quando ci si sente sazi, non riconoscere il senso di sazietà;
Cercare di svuotare lo stomaco per poter mangiare di nuovo;
Evitare di mangiare in compagnia, preferendo mangiare in solitudine e riducendo l’apporto di cibo quando si in presenza di altri;
Pensare molto spesso al cibo e all’atto di mangiare; Notare un considerevole aumento di peso; Notare una riduzione della mobilità.
Le prime conseguenze negative della dipendenza da cibo sono di ordine psicologico. Nell’immediato infatti il consumo di alimenti che danno dipendenza procura un senso di piacere.
Poco dopo però ci si sente in colpa: il senso di frustrazione fa spesso in modo che la persona affetta da questo tipo di dipendenza torni a cercare consolazione nel cibo, cadendo in un circolo vizioso.
Chi soffre di un disturbo di dipendenza da cibo lo usa per stare meglio, ma si finisce per stare peggio. Da questo scaturiscono sbalzi d’umore e, spesso, problemi di depressione.
Nei casi più gravi e avanzati, si arriva a creare un corto circuito in virtù del quale la persona ossessionata dal cibo desidera mangiare in maniera continuativa e intensa, ma di fatto la gratificazione che prova nel consumare il cibo viene immediatamente annullata dalla vergogna, dal peggioramento dell’umore e, spesso, dal dolore fisico e da un senso di pesantezza e di perdita di energia.
L’ossessione per il cibo può portare all’insorgere di gravi problemi di salute: sovrappeso, obesità e tutte le malattie ad esse collegate, come ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, malattie cardiache. Nel lungo periodo, inoltre, aumenta la probabilità di ictus, problemi ai reni e all’apparato scheletrico.
Nei casi più gravi e avanzati, si arriva a creare un corto circuito in virtù del quale la persona ossessionata dal cibo desidera mangiare in maniera continuativa e intensa, ma di fatto la gratificazione che prova nel consumare il cibo viene immediatamente annullata dalla vergogna, dal peggioramento dell’umore e, spesso, dal dolore fisico e da un senso di pesantezza e di perdita di energia.
L’ossessione per il cibo può portare all’insorgere di gravi problemi di salute: sovrappeso, obesità e tutte le malattie ad esse collegate, come ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, malattie cardiache. Nel lungo periodo, inoltre, aumenta la probabilità di ictus, problemi ai reni e all’apparato scheletrico.
Il primo passo, una volta riconosciuto il problema della dipendenza da cibo, è di rivolgersi ad uno specialista: uno psicoterapeuta o un professionista specializzato in dipendenze patologiche o in disturbi dell’alimentazione, che cerchi di scavare a fondo sull’origine del disturbo.
alcuni semplici suggerimenti che possono aiutare a non innescare un atteggiamento patologico nei confronti del cibo.
Esistono dei farmaci che possono intervenire sulle cause psicologiche del problema. Alcuni psicofarmaci sono in grado di inibire la produzione di serotonina o di diminuire gli stati ansiosi legati alla dipendenza da cibo. Altri approcci farmacologici per il controllo dell’appetito, come anche la chirurgia correttiva dell’obesità, possono essere delle soluzioni per soggetti affetti da questi disturbi.
Cercare di mangiare in modo sano e corretto, ad orari regolari e più volte al giorno, rispettando il fabbisogno di calorie consigliato dai nutrizionisti in base alle tue caratteristiche e al tuo stile di vita; evitare di assecondare la cosiddetta “fame nervosa”, cercare di ridurre lo stress o di sfogarlo in modo sano; abituarsi a gustare i cibi, assaporandoli e mangiando lentamente ma consumandoli con moderazione, sono suggerimenti che possono aiutare a non innescare un atteggiamento patologico nei confronti del cibo.