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Prato

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PRESENTATION OUTLINE

PRATO

DESCRIZIONE

  • Il prato è un terreno agricolo inerbito per più di un anno. Fino ad un anno (un ciclo colturale) si parla invece di erbaio. Nel caso in cui il cotico erboso venga mantenuto per più di 5 anni, si parla di prato stabile o, meglio, prato permanente.Il prato è un terreno agricolo inerbito per più di un anno.

QUALCOSA IN PIÙ DEL PRATO

  • Il prato propriamente detto è un terreno comunque situato, che produce erba da falciare almeno una volta all'anno;
  • Il prato irriguo è un terreno come il precedente che però fruisce di una irrigazione (non importa se con acqua propria o comunque derivata, e non importa se l'irrigazione sia necessaria alla coltura).
  • Il prato arborato è un terreno come quello del primo caso, ma sul quale insistano alberi o filari di vite, allineati o sparsi, purché il prodotto di questi sia rilevante ai fini del reddito del fondo (attenzione, però: questo reddito non deve prevalere su quello delle colture avvicendate, altrimenti si tratterebbe di vigneto, frutteto, ecc.).
  • Il prato a marcita è un terreno a prato perenne, irrigato con acqua propria o d'affitto anche durante l'inverno e che possa essere falciato subito prima o subito dopo l'inverno.
  • Il prato irriguo arborato, a differenza del prato arborato prima descritto, gode di irrigazione ad acqua propria o d'affitto (non rilevando se questa fosse necessaria alla coltura).

IL PRATO STABILE

DESCRIZIONE DEL PRATO STABILE

  • Un'importante distinzione all'interno dei prati stabili vuole quelli di pianura, solitamente gestiti in regime irriguo e quelli in zone collinari o montane, solitamente gestiti in regime non irriguo. Sulla base di questa distinzione, che determina anche la quantità di vegetazione che cresce, si possono effettuare ogni anno 2/3 tagli nei prati asciutti e 4/5 in quelli irrigui. Le produzioni medie annue ottenibili da un prato non irriguo risultano pari a 9 tonnellate per ettaro di fieno, derivanti principalmente dal primo sfalcio. Nei prati irrigui la produzione è all'incirca di 10-11 tonnellate. Tradizionalmente gli sfalci vengono chiamati maggengo, agostano, terzuolo. Il maggengo, come detto, è il primo e viene fatto nella prima metà del mese di maggio. Gli altri cadono a distanza variabile dai 35/40 giorni per i prati irrigui e fino a 50/60 giorni per quelli asciutti. Il primo e l'ultimo sfalcio forniscono un foraggio ricco di graminacee, mentre le leguminose prevalgono nei mesi estivi. I prati stabili vengono utilizzati prevalentemente per l'alimentazione dei bovini. Tra questi ve ne sono alcuni molto famosi, come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano: entrambi si fregiano del marchio DOP e nascono grosso modo nella stessa zona, la Pianura Padana. Si contrappongono ai prati stabili i prati avvicendati ossia utilizzati per coltivare mais, frumento, soia e altre coltivazioni in un regime di rotazione. I prati stabili presentano una varietà di specie molto più elevata rispetto ai prati avvicendati sui quali in genere crescono erba medica, trifoglio e graminacee seminate. In alcune regioni italiane (ad esempio in Friuli-Venezia Giulia) i prati stabili sono diventati oggetto di tutela normativa (citiamo la legge regionale n. 9 del 29 aprile 2005), allo scopo di proteggerne la biodiversità floristica e faunistica.